"AFRODITE, STORIA E PSICOLOGIA DI UN MITO": RECENSIONE
Il testo di Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori: Afrodite, Storia e psicologia di un mito, (Magi Edizioni, Roma 2011, pag. 362, Euro 25), affronta il mito di Afrodite di cui interpreta, a livello psicanalitico, i principali simboli, e i personaggi correlati. La storia parte dalla sumera Inanna, che riuniva nella sua figura amore e guerra, poi scissi in Grecia in Afrodite e Ares, e si pone molte domande. Come mai, la più bella tra gli dei sposa Efesto, il più brutto degli olimpici? Come mai la sua progenie con Ares, suo amante preferito, finisce tutta tragicamente? Delineato il passaggio dalla Afrodite greca, che Empedocle coglie come signora del conflitto amore-odio, che affascinerà Freud, alla Venere romana che Lucrezio canta in tutta la sua pienezza, incontriamo la Dea con Anchise, a cui partorirà Enea, capostipite della progenie di Roma. Ma come mai i Romani hanno scelto proprio lei? Particolare attenzione è posta alla favola di "Amore e Psiche", sulla quale si sono cimentati autorevoli allevi di Jung: Von Franz, Neumann e Hillman. Interessanti per i loro rapporti con la clinica le riflessioni su eros, logos e thanatos in Freud e Jung. La Dea è colta nella sua interezza culturale e spirituale, come signora dell'armonia universale, della reciprocità dell'amore, ben oltre ogni riduzionismo sessuale, fino al senso rinascimentale più profondo per la modernità: la Venere di Botticelli agli Uffizi di Firenze, che annuncia la nostra era.. Contro ogni scissione, corpo, spirito, bellezza sono uniti in nuove forme di armonia. Il libro documenta, con spirito critico, le principali figure che accompagnano la dea: Eros, Adone, Priapo, ma anche le figure femminili che rappresentano l'intera gamma delle sfaccettature della Grande Dea dell'Amore: da Lilith, Ecate, Persefone, Nemesi, fino a Eos, Circe, le Sirene, Medea. Interessante anche la figura di Afrodite-medico che cura attraverso la bellezza, cosa che permette agli autori di collegarsi alle pratiche antistituzionali italiane. Dopo una riflessione sulla prostituzione sacra, ci si interroga sui lati oscuri della dea: incesto, pedofilia, demonismo, sulla dialettica idealizzazione-denigazione che caratterizza i rapporti tra patriarcato e matriarcato. Conclude il testo un accurato indice analitico, un ottimo strumento di consultazione e approfondimento di oltre 2500 parole chiave.
Recensione
di Franco Nardi (Firenze):
Dalla copertina, di Anceschi e Sciaulini, una straordinaria Afrodite adolescente minaccia, con il sandalo, Pan che la tiene per un braccio, spalleggiata dall'intraprendente Eros che cerca di allentare il grande dio caprigno. Si tratta del testo di Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori: Afrodite, Storia e psicologia di un mito, (prefazione di Maria Cristina Barducci, Magi Edizioni, Roma 2011, pag. 362, Euro 25), un lavoro attento e documentato che affronta gli elementi fondamentali del mito di Afrodite di cui interpreta, a livello psicanalitico, i principali simboli, come pietra, castrazione, conchiglia, e i principali personaggi correlati.
Il testo affronta le tematiche della Grande Dea dell'Amore sia sul piano sincronico (orizzontale) che diacronico (verticale). Traccia, infatti, la storia della Dea dalle prime apparizioni che si perdono nella notte di tempi, quando era una semplice pietra nera, sotto una tettoia nelle campagne di Pafos. Afrodite, infatti, rifiutava ogni riduzione a una forma definita, perché lei era Afrodite Morphos, colei che dà la forma a tutto, e quindi un significato assoluto che rifiuta ogni significante.
La sua evoluzione è tracciata a partire dalla sumera Inanna, assimilata alla babilonese Ishtar, che rappresenta sia il potere della bellezza che della guerra, i quali, nella cultura greca si sarebbero scissi in Afrodite e Ares.
Afrodite è colta nella pienezza dei suoi poteri volti a creare la reciprocità nell'amore che, come ricorda il poeta, "a nullo amato amar perdona".
Ma come mai, la più bella tra gli dei sposa Efesto, il più brutto degli olimpici, e ha come amante preferito Ares, il dio della guerra? Per ricostituire, forse, con l'unione dei contrari, lontane unità perdute.
Nel suo viaggio da Oriente a Occidente la Dea perde progressivamente i suoi aspetti di sfrenatezza, di eterismo, come li chiama Bachofen, per assumere quello di protettrice del matrimonio, di consacrate unioni permanenti, giunta sull'Olimpo, infatti, tutti gli dei le baciano le mani e la desiderano come legittima sposa. Non a caso Saffo, poetessa della dea, educava le fanciulle nella sua istituzione, il tiaso, al futuro ruolo di spose. Come sempre i miti ci spiazzano facendosi beffe dei nostri luoghi comuni, semplificazioni lineari, false certezze. Infatti, come sintesi molteplice di infinite determinazioni, di opposti inconciliabili, il mito di Afrodite non è esente da aspetti mortiferi, distruttivi nelle sue forme di Afrodite assassina, e Afrodite seppellitrice (tymborichos).
Accompagnatala nel viaggio che la conduce ad Anchise al quale partorirà Enea, il grande progenitore di Roma, il testo delinea il passaggio dalla Afrodite greca, che Empedocle coglie come signora del conflitto amore-odio, alla Venere romana che Lucrezio canta in tutta la sua pienezza di signora del cielo, della terra e del mare e procreatrice di tutte le creature. Alla maturità segue il declino, narrato da un testo dei primi secoli della nostra era, il "Pervigilium Veneris", nel quale il mondo pagano cede via via al potere del Cristianesimo.
In questo periodo di passaggio, particolare attenzione è posta alla favola di "Amore e Psiche", che fa parte dell' "Asino d'oro" di Apuleio, sulla quale si sono cimentati autorevoli allevi di Carl Gustav Jung: Marie Louise Von Franz, Erich Neumann e James Hillman. La ricostruzione della storia della Dea permette di coglierla nella sua interezza culturale e spirituale, come signora dell'armonia universale, che mal si presta a semplici riduzioni sessuali, fino al senso rinascimentale più profondo per la modernità: la Venere di Botticelli agli Uffizi di Firenze.
Sul piano trasversale il libro documenta, con attenzione e spirito critico, le principali figure che accompagnano la dea, da Eros, dio antico e giovane monello, che squassa il petto agli uomini e agli dei, a Adone, il suo figlio-marito, fino a Priapo l'ultimo degli Olimpici.
Interessante e spregiudicato è l'approfondimento delle figure femminili che rappresentano l'intera gamma delle sfaccettature della dea dell'Amore: da Lilith, la prima donna,. Ecate, Persefone, Nemesi, la dea della vendetta, fino a Eos, una aurora inquietante, Circe, le Sirene, Medea. E' così puntigliosamente ricostruita l'intera costellazione di Afrodite che coglie queste figure divine, insieme a tutti gli attributi positivi e devastanti nei quali la Dea si manifesta agli umani come terribile Grande Madre primigenia, ma anche come soccorritrice Afrodite-medico capace di curarci attraverso il potere della bellezza, cosa che permette agli autori di collegarsi alle pratiche antistituzionali italiane.
Il testo, oltre ad essere organico e, tutto sommato, esaustivo rispetto al tessuto mitologico affrontato, si sofferma anche su dettagli poco noti o trascurati, se non addirittura rimossi, perché non in sintonia con i valori dominanti. Come il fatto che Telegono, figlio di Ulisse e Circe, uccise per errore il padre, dopo il ritorno ad Itaca, con la lancia fatta col pungiglione di una razza, segno, forse, di un tempo che precede di molto, la scoperta dei metalli. Dopo un anno di lutto e espiazione Telegono portò il feretro sull'isola della maga che raggiunse insieme a Telemaco e a sua madre Penelope. Nell'isola Telemaco fece coppia con Circe e Telegono con Penelope: un intrigante doppio incesto incrociato all'ombra del corpo del grande padre. Forse una tardiva rivincita del matriarcato rispetto all'archetipo patriarcale che Ulisse rappresenta. Di questo segno è anche l'attenta disanima che affronta i diversi aspetti della prostituzione sacra e tutta una serie di problemi sulla dialettica idealizzazione-denigrazione che caratterizza i rapporti del patriarcato rispetto al matriarcato. Si affrontano anche problemi come l'incesto, la pedofilia, il demonismo, e anche se il testo non è certo un trattato di sessuologia, sarebbe stato utile lavorare di più su Afrodite oggi, sull'amore al tempo di internet, con le implicazioni per l'immaginario collettivo sia della realtà virtuale, sia della possibilità di incontrare partners in tempo reale.
Il testo, attento, colto, ampiamente documentato, si conclude con un accurato indice analitico di oltre 2500 parole chiave, descrittori e indicatori, che ne fanno un ottimo strumento di consultazione e approfondimento non solo per esperti ma anche per chiunque ami queste storie del passato lasciandosi vivificare dal loro messaggio. Il linguaggio di "Afrodite", infatti, senza negare nulla alla profonda complessità è sempre piano e accessibile a tutti.