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James Hillman

James Hillman (Atlantic City, USA 1926 – Thompson, Connecticut, USA, 2011).

È il fondatore della Psicologia Archetipica, che si è preposta il compito di portare la riflessione psicologica e in particolare psicoanalitica al di là della psicopatologia e della clinica psicoterapeutica per trovare una più ampia "collocazione nella cultura dell'immaginazione occidentale"[1].

Ha conseguito il Ph. D. all'Università di Zurigo (1959) e successivamente il titolo di psicoanalista junghiano al C.G. Jung institute, dove è stato allievo di Jung. Ha guidato lo stesso istituto per circa 10 anni, ove fu nominato direttore fin da poco prima della morte di Jung, sino al 1969, quando decise di abbandonare il suo incarico per un'intensa crisi interiore, personale e professionale. Hillman uscirà da questa crisi con una profonda riflessione sul modo di intendere e attuare la psicoterapia, che nel suo pensiero sarà interamente rivista.

Ha diretto le edizioni Spring Publications di Zurigo dal 1970, la cui sede fu per sua scelta trasferita negli USA al suo rientro nel 1978. Sempre negli USA fonda il Dallas Institute of Humanities and culture (Dallas, Texas).



[1] Psicologia Archetipica, di James Hillman – Enciclopedia del Novecento, Treccani ed.

Dott. Alessandro Raggi

James Hillman e la Psicologia Archetipica

Abstract

 

Dal numero 2/2013 (anno XL) de "IL MINOTAURO - Problemi e ricerche di psicologia del profondo", di seguito l'abstract del lavoro di Alessandro Raggi, Napoli, psicoanalista junghiano: "James Hillman e la psicologia archetipica" (pp.152 -166).

 

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«A circa tre anni dalla sua scomparsa, ci troviamo a fare i conti con il lavoro uno dei più prolifici autori "post-junghiani": James Hillman.

 

Tutta la sua vita e la sua opera è stata per la psicologia, affinché questa riprendesse la specifica dignità che le spetta, non solo tra le discipline umane, ma come fenomeno che caratterizza specificamente l'essere umano.

La sua è stata una feroce critica al letteralismo e al linguaggio delle psicologie terapeutiche, ma anche della psicoanalisi, che si è sempre più appiattita sul modello di derivazione medico psichiatrico delle psicoterapie.

 

Hillman con la sua psicologia Archetipica, riproduce un paradosso: con lo scopo che si prefigge è il "fare Anima", egli parla alla nostra Anima del mito e degli archetipi che si muovono nel mito e ogni suo discorso è sempre immerso nel passato ma tutto questo, nel suo pensiero, è proiettato nell'attualità e nel futuro.

 

Il terrorismo internazionale, la bolla economica, le nuove tecnologie, l'anonimato dei "non-luoghi " delle nostre città. Se dunque il "fare Anima" è per Hillman lo scopo della psicologia Archetipica, l'Anima non è solo una vicenda personale e individuale, ma diviene il tramite reale, psichico, per essere concretamente nel mondo.»